Digital Divide in Italia: stato dell'arte e prospettive

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Nell'era dell'informatica e della tecnologia si sente sempre più spesso parlare di "digital divide" tanto che oggi questa parola è diventata di uso comune. Nelle pur diverse ed autorevoli definizioni date in ordine a tale concetto emerge la sistematizzazione fatta da Paolo Zocchi che, nel 2003 ebbe a definirlo come " l’incapacità di determinate categorie sociali, o della popolazione di alcuni paesi, di dialogare con gli strumenti tecnologici". Tale definizione mette in evidenza la disuguaglianza nell’accesso e nella fruizione delle tecnologie (in particolar modo Internet): c'è ancora buona parte della popolazione che è impossibilitata a godere dei vantaggi e delle opportunità che offrono le nuove tecnologie dell'informazione e della comunicazione, meglio note con l'acronimo di ICT, Information & Communication Technology. I cittadini italiani sono in ritardo nella fruizione dei servizi elettronici rispetto agli altri cittadini europei. In percentuale accedono ad Internet almeno una volta a settimana il 51% degli italiani contro il 91% dei cittadini svedesi, il 90% dei cittadini olandesi a fronte di una media europea del 67%. La nostra percentuale è decisamente inferiore e siamo avanti solo a Grecia, Bulgaria e Romania. C’è sicuramente in tutti i Paesi un trend naturale e fisiologico che mette in correlazione il maggiore utilizzo di Internet con la minore età. La non soprendente difficoltà delle fasce anziane con gli strumenti informatici in Italia è molto più accentuata. E ciò potrebbe acuire l'isolamento e la marginalizzazione di una fascia sociale già così debole. La media europea di abitazioni connesse ad Internet è del 73% contro il 62% italiano. Ci "salviamo" solo di fronte al Portogallo, a Cipro, alla Grecia, alla Romania e alla Bulgaria. Quali prospettive per il futuro del digital divide in Italia? Lo sviluppo dell'economia digitale è condizione imprescindibile per uno società equa e sostenibile. Occorre lavorare sull'accessibilità alle infrastrutture fisiche e sull’innovazione e la diffusione di una vera e propria cultura digitale. Ridurre gli squilibri geografici e migliorare la comunicazione necessita di un piano d'azione coeso che coinvolge istituzioni, programmi e risorse e che sia finalizzato a migliorare le competenze nell'informatica sviluppando nel contempo le capacità di scoperta e di adattamento a contesti culturali e tecnologici nuovi.

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