Addolcitori d'acqua: cosa sono, a cosa servono e quali le tipologie?
Tra i tanti apparecchi domestici e industriali per migliorare la qualità dell'acqua che arriva nell'edificio ci sono gli addolcitori d'acqua. Si tratta di dispositivi che servono, in gergo, ad "addolcire", rendere meno "dura", l'acqua che arriva dall'acquedotto comunale. In questo articolo approfondiremo il funzionamento questi dispositivi e la tecnologia che sta alla base; un aspetto fondamentale da capire subito è, però, che l'addolcitore non ha alcun beneficio per la nostra salute, ma solo per gli elettrodomestici; per avere un'acqua di qualità migliore da bere bisogna invece far riferimento ai depuratori di acqua.
Differenza tra il depuratore e l'addolcitore
La differenza tra i due dispositivi è molto semplice:
- L'addolcitore è un sistema che serve ad eliminare alcuni minerali ben precisi, soprattutto il calcio, che è il principale responsabile della formazione di carbonato di calcio, meglio conosciuto come calcare. E' utile per prolungare la vita degli elettrodomestici che fanno uso di acqua (e migliora anche il sapore dell'acqua, che per come lo percepiamo dipende per lo più proprio dal calcio);
- Il depuratore rimuove non tanto il calcio ma sostanze dannose (come i nitrati o l'arsenico) e può filtrare anche i batteri, ottenendo così un'acqua da bere più sana, come abbiamo spiegato nell'articolo dedicato.
L'addolcitore è obbligatorio per legge?
L'addolcitore è obbligatorio per legge negli abitazioni e nelle attività commerciali solamente quando si rientra nei parametri previsti dai D.P.R. 59/2009 e DM 26 giugno 2015. E' obbligatorio solamente se nell'edificio c'è una caldaia che produce acqua calda sanitaria, e l'obbligatorietà dipende dalla durezza dell'acqua, calcolata in gradi francesi (°f): un grado di durezza equivale a 10 mg/l di carbonato di calcio (CaCO3). Se l'impianto di riscaldamento è meno potente di 100 kW (in pratica, tutte le case) l'addolcitore è obbligatorio se si supera la durezza di 25 °f, mentre se la potenza è superiore è obbligatorio se si superano i 15 °f. Se non c'è produzione di acqua calda si alzano i limiti, rispettivamente a 35 e 25 °f per gli impianti meno potenti e più potenti. In questi casi è quindi necessario dotarsi, a livello condominiale oppure domestico, ma anche nelle attività commerciali, di un addolcitore.
Addolcitore: come funziona e quali sono le tipologie
Indipendentemente dall'obbligatorietà dell'impianto, avere un addolcitore è utile per prolungare la vita degli elettrodomestici, in particolare quella della lavatrice e della lavastoviglie, ma anche di tutte le tubazioni e della rubinetteria di casa. Considerando i costi delle manutenzioni di questi prodotti, investire in un addolcitore può essere molto utile per risparmiare sul lungo periodo. L'addolcitore ha un principio di funzionamento molto semplice, che si basa sul rimuovere i minerali, ma principalmente il calcare, dall'acqua, rendendola così meno "dura" con un vantaggio per il sapore e per gli elettrodomestici. La rimozione del calcare può avvenire con due tecnologie diverse, che corrispondono ai due tipi più diffusi di addolcitore e approfondiamo di seguito.
L'addolcitore a scambio ionico
E' il tipo di addolcitore più conosciuto e utilizzato, soprattutto perché ha un costo minore rispetto all'altra tipologia, anche se può avere conseguenze dal punto di vista sanitario, per cui c'è bisogno di una certa attenzione. E' un sistema che scambia gli atomi di un minerale con quelli di un altro minerale: nello specifico rimuove il calcio dall'acqua per sostituirlo con il sodio, che a differenza del calcio non determina un accumulo nelle tubature. Si mette quindi del sale specifico (fonte di sodio) all'interno dell'impianto e, mantenendo la stessa concentrazione di ioni, il sistema toglie il calcio e inserisce il sodio. Questo modifica il sapore dell'acqua (perché il calcio la rende amara) ed evita i depositi, ma ha anche un rovescio della medaglia che è quello di inserire il sodio all'interno della tubatura. Diciamo che la quantità di sodio inserita è davvero minima, per cui per una persona "normale" non ci saranno danni dovuti all'eccesso di sodio ingerito; per le persone che, tuttavia, hanno una limitazione di sale per patologie particolari, bisogna fare attenzione a questo tipo di addolcitore perché l'acqua che si beve può diventare rischiosa e peggiorare lo stato di salute.
L'addolcitore a campo magnetico
Più costosa, generalmente, è l'installazione di un addolcitore a campo magnetico, che ha la stessa funzione dell'addolcitore a scambio ionico con la differenza che c'è un campo magnetico a togliere il calcio, che non viene quindi sostituito con nient'altro. L'apparecchio infatti trasforma la calcite, cioè la forma di carbonato di calcio che da origine al calcare, in argonite, che è la stessa molecola ma cristallizzata; possiamo immaginare la calcite come un mucchio di cubetti di ghiaccio messi alla rinfusa, mentre l'argonite come una biglia gigante composta da tanti cubetti; essendo un cristallo, non tende a causare gli accumuli ma a passare oltre ai restringimenti, e questo prolunga la vita degli elettrodomestici. Questo tipo di impianto migliora lo stato degli elettrodomestici e migliora anche il sapore dell'acqua senza però alterarne la qualità, per cui non ci sono gli svantaggi dell'addolcimento che abbiamo visto nell'addolcitore a scambio ionico.
Quanto costa un addolcitore?
Il costo di un addolcitore è molto variabile, perché dipende dalla capacità della rete idrica, dal punto della casa in cui viene inserito (non è detto che debba essere installato vicino al contatore) e anche dalla tecnologia di cui fa uso. Per l'addolcitore a scambio ionico, inoltre, bisogna considerare nel lungo periodo anche il costo dell'acquisto del sale, che in quello a campo magnetico non c'è. Per capire quali sono le nostre esigenze e quanto possiamo arrivare a spendere si può consultare il seguente link per chiedere, gratuitamente, quattro preventivi per l'addolcitore e trovare la soluzione migliore per noi.