Edifici nZEB: le case del futuro non consumeranno più nulla
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Negli ultimi anni si sente sempre più frequentemente parlare di classi energetiche e di efficienza energetica degli edifici, non solo riferendosi agli immobili di nuova costruzione, ma anche a quelli esistenti, con la possibilità di attuare interventi volti a migliorarne le prestazioni. Oramai l’importanza di adottare fonti di energia alternative è universalmente nota e riconosciuta: dai sistemi geotermici, a quelli eolici, passando per il solare termico e le biomasse, per arrivare ai pannelli solari. In particolar modo questi ultimi sono sempre più diffusi in ambito residenziale, anche grazie alla possibilità di aderire all’iter semplificato per la loro connessione. Detto ciò, se latanto agognata classe A per alcuni appare quasi un traguardo irraggiungibile, non molti sanno che la tendenza per l’immediato futurova ben oltre. Le case di domani dovranno essere nZEB,“nearly Zero Energy Building”, ovvero edifici a energia quasi zero. Vediamo dunque cosa significa a conti fatti nZEB, come è possibile raggiungere un risultato di questo tipo e quali sono i vantaggi che si hanno a vivere in un’abitazione del genere.
Cos’è un edificio nZEB
Un edificio nZEB vanta un’altissima prestazione energetica, tanto dall’essere caratterizzato da un fabbisogno energetico così basso da risultare praticamente nullo(ovvero molto prossimo allo zero). Questo implica, chiaramente, che tutto ciò che, sotto il profilo energetico, serve al normale funzionamento dell’edificio e dei suoi impianti (raffrescamento, riscaldamento, elettricità e quant’altro) dev’essere coperto in toto, o quasi,da fonti rinnovabili, meglio se prodotte in situ.
Edifici ad energia quasi zero in Europa e in Italia
La prima volta che si è sentito parlare di edifici nZEB era il 2010. Tale possibilità era contemplata all’interno di un pacchetto di Direttive Europee definite EPBD (Energy Performance Building Directions), ideate allo scopo precipuo di contribuire al conseguimento degli obiettivi prefissati dall’Europa per il 2020 in tema di sviluppo sostenibile. In particolare, l’art.9 delle EPBD 31/2010 stabiliva che tutti gli edifici di nuova costruzione a partire dal 31 dicembre 2020 dovessero essere ad energia quasi zero; termine peraltro anticipato al 31 dicembre 2018 per gli edifici pubblici. Ai singoli Stati membri dell’Unione veniva demandata l’incombenza di fornire una definizione nazionale di edificio nZEB e di attivarsi per la promozione degli stessi, lasciando ampio margine di personalizzazione e così è stato. In Italia i primi riferimenti normativi per ciò che concerne l’efficienza energetica degli edifici sono stati introdotti con il D.lgl 192/2005, modificato poi, a seguito della Direttiva Europea 31/2013 UE, dal D.L 63/2013.Il cosiddetto “Decreto dei minimi”, poi,in vigore dal primo ottobre 2015, sancisce che un edificio nZEB è quello in grado di rispettare tutti i requisiti minimi vigenti, compreso l’obbligo di integrazione delle fonti rinnovabili previsto da D.L. 28 del 3 marzo 2011. Purtroppo, come accade quasi sempre, le normative in merito, sia nazionali che europee, non hanno ancora definito degli standard e delle procedure precise per l’ottenimento di edifici nZEB, ma di contro negli ultimi anni sono state introdotte diverse metodologie di certificazione orientate a raggiungere tale risultato, come lo Standard Passivhaus tedesco, o il protocollo CasaClima dell’Alto Adige.
Come ottenere un edificio nZEB
In un edificio residenziale, per ridurre i consumi facendo in modo che il divario fra energia consumata e quella prodotta risulti prossimo a zero non esiste una formula magica precisa, ma piuttosto è necessario attenersi a dei principi generali con lo scopo di sviluppare un progetto che sia il più possibile efficiente. In via del tutto generale, è possibile intervenire contemporaneamente su tre fronti: involucro, fonti rinnovabili ed impiantistica, sempre partendo da criteri legati all’architettura bioclimatica che consentano di sfruttare a proprio vantaggio le caratteristiche del clima esterno, per ottenere un controllo passivo del microclima interno, minimizzando così l’uso di impianti meccanici e massimizzando gli scambi energetici tra edificio e ambiente circostante. Forma e orientamento dell’edificio, materiali che lo compongono (in particolar modo quelli deputati all’isolamento dell’involucro), ombreggiamenti, sistemi naturali di ventilazione, illuminazione, captazione del calore, ma anche fonti rinnovabili e domotica sono tutti parametri che hanno un gran peso nella progettazione di un edificio nZEB, dove davvero nulla può più essere lasciato al caso!