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Il digitale terrestre di seconda generazione (DVB-T2)

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In questo articolo parliamo di una questione che nei prossimi anni riguarderà tutti i cirttadini italiani, un po' come li ha già riguardati lo switch-off televisivo nel 2012. Parliamo infatti del DVB-T2, il Digitale Terrestre di seconda generazione. Che detto così sembrerebbe una cosa da poco, un miglioramento di qualcosa che già c'è, mentre invece non è proprio in questo modo: scopriamo perché.

Il Digitale Terrestre

A differenza dei segnali analogici, i segnali digitali terrestri sono segnali che viaggiano via etere, quindi senza cavi, ma che per essere letti hanno bisogno di essere decodificati tramite appositi apparecchi, i Decoder. Si tratta di una cosa che molti di voi, sicuramente, ricordano, perché questo è successo all'incirca quattro, cinque anni fa: se non si acquistava una TV compatibile con il DVB-T, ovvero il Digitale Terrestre, la televisione non si sarebbe più potuta vedere, nemmeno i canali nazionali. Ora, che cosa sta succedendo in questo periodo? Passato appena qualche anno dall'acquisizione del Digitale in tutta Italia, quindi nel 2013, a qualcuno è venuto la bella idea di introdurre in Italia il Digitale Terrestre di seconda generazione, nonostante le spese da parte dello stato e dei cittadini. Eh, si: perché il DVB-T2 non è solamente un aggiornamento del vecchio digitale, ma ci vogliono decoder nuovi in grado di leggerlo, per cui nei prossimi anni ci sarà un periodo di adattamento seguito da un nuovo switch-off.

La mancanza di banda per le trasmissioni

Ma perché a qualcuno, così poco tempo dopo l'introduzione del digitale, è venuta questa idea così malsana? La risposta primaria è l'Europa, che ha chiesto entro il 2020/2022 di spegnere parte delle frequenze di trasmissione televisive. Ma tranquilli, una volta tanto è una cosa fatta bene: queste frequenze serviranno infatti per essere utilizzabili con le sempre più importanti reti 4G e 5G, nell'ottica dell'evoluzione tecnologica moderna, perché mancano le frequenze utilizzabili. Per cui è una scelta consona. L'Europa, in sostanza, ci ha chiesto solo questo. Ma noi in Italia dobbiamo complicare le cose, come al solito: perché se parte della banda per le trasmissioni televisive viene persa, alcuni canali non si vedranno più. Ok, potremmo pensare, sparisce TeleCasanova 237 che non guarda nessuno e che trasmette la solita televendita 24h, a nessuno importa nulla. Perché per assegnare le (minori) frequenze rimaste si farà un'asta e chi offre di più vince la frequenza e continua a trasmettere. Questo sarebbe stato fatto in un paese normale. Ma non nel nostro, chiaramente, perché chi possiede i canali non è molto contento di vedersi spegnere le trasmissioni: per questo si cerca di favorire gli interessi degli imprenditori, e contestualmente allo spagnimento delle frequenze si vorrebbe quindi passare al DVB-T2 che si differenzia dal DBV-T che stiamo usando per garantire un maggior numero di canali in un quantitativo inferiore di banda. Così si accontenta sia l'Europa che chiede di spegnere delle frequenze, sia gli imprenditori che vogliono continuare a trasmettere.

Chi pagherà tutto questo?

La domanda sorge spontanea, perché se vogliamo la botte piena e la moglie ubriaca è chiaro che qualcuno deve pagare. Lascio indovinare a chi toccherà... si, avete indovinato. Toccherà ai cittadini. Perché da una parte lo stato deve mettere in piedi tutto un nuovo sistema di trasmissioni televisive, che implica l'aggiornamento degli impianti delle antenne (e lo stato si paga con le nostre tasse, per cui si paga noi). Dall'altra parte, bisogna aggiornare i decoder, perché chiaramente quelli che abbiamo, i DVB-T, non sono compatibili con lo standard di seconda generazione. Per cui o si cambia di nuovo televisore o si aggiunge un decoder esterno, insomma nuovamente tutto ciò che successe nel 2012 ripetuto. La legge che rende obbligatoria ai negozianti di vendere solo TV standard DVB-T2 (compatibili, per fortuna, anche con il DBV-T) sarà attiva tra poco, perché entrerà in vigore il 1 Gennaio 2017, ma sarà un obbligo per i soli fornitori e non per i cittadini. Per noi, quindi, sarà obbligatorio cambiare in una data non meglio stabilita tra il 2020 e il 2022, quando questa modifica diventerà attiva a tutti gli effetti: allora avremo lo spegnimento delle frequenze digitali attualmente utilizzate, delle quali parte verranno usate per il DVB-T2, l'altra parte per il 4G e il 5G. Ovviamente, se non ci aggiorneremo potremo dire addio alle trasmissioni televisive. Questa, quindi, la situazione, che ovviamente ancora non conosce nessuno perché (a parte gli ambiti specializzati) vogliono aspettare a dircela all'ultimo minuto, giusto per creare confusione specialmente in quelle fasce di popolazione, come gli anziani, che sicuramente avranno problemi con un sistema di questo tipo. L'unico consiglio che possiamo darvi, per adesso, è che se siete interessati a comprare un nuovo televisore vi conviene aspettare altri sei mesi, quindi fino al 2017: a quel punto i decoder DVB-T2 saranno obbligatori, e integrati nei televisori, così non avremo alcun problema con il secondo switch-off. Per tutti gli altri c'è poco da fare, se non che dobbiamo tutti metterci nell'ottica che il nostro televisore, magari pagato più di mille euro due mesi fa, dovremo cambiarlo di nuovo nel giro di 3-4 anni, oppure abbinarlo ad un decoder esterno nemmeno avessimo una televisione con tubo catodico. Parrà strano ma è così. E nessuno dice nulla.