Il risparmio energetico si fa a scuola

(24/09/2014) Lo si sente dire spesso: si riparte dall’istruzione, fondamenta della società. Anche questa volta, infatti, è questo il principio che anima il decreto approvato a giugno dal Consiglio dei ministri che, piano piano, comincia a dare i suoi frutti. Il provvedimento governativo non si propone, infatti, solo di dare una mano all’istruzione, ma mira all’ambizioso obbiettivo di farlo porgendo contemporaneamente l’altra mano all’ambiente, grazie al risparmio energetico. Il provvedimento in questione ha difatti previsto un sostanzioso pacchetto di finanziamenti a tasso agevolato (il tutto per un importo complessivo di oltre 300 milioni), manovra possibile grazie al cosiddetto fondo “Kyoto”, previsto appositamente allo scopo di incrementare l'efficienza energetica degli edifici pubblici, scolastici e universitari, con conseguente riduzione dei consumi di energia elettrica, gas ed altre tipologie di carburanti usati per la climatizzazione. Ai finanziamenti in parola si applica infatti un tasso di interesse dello 0,25%, ossia l’esatta metà del tasso previsto dalla legge per i finanziamenti del fondo Kyoto, pari appunto allo 0,50%. Rendere gli edifici deputati all’istruzione dei nostri figli ecosostenibili, o, come si dice, energeticamente evoluti, sarà dunque un’operazione finanziata ad un tasso straordinariamente basso. Queste le parole del ministro dell’ambiente Gianluca Galletti: "Gli interventi devono portare risultati concreti nel miglioramento del parametro di efficienza energetica dell'immobile di almeno due classi in tre anni. Se questo obiettivo non viene raggiunto e certificato il finanziamento viene revocato. Con questo pacchetto di misure vogliamo rendere più efficiente l'intero sistema ambientale, su cui è fondamentale investire per il rilancio del Paese" Sono passati pochi mesi dall’approvazione del testo che prevede i citati finanziamenti a tasso dimezzato, dunque non è ancora possibile tirare le somme della manovra finanziaria messa in atto dai nostri politici, ma – almeno nelle scuole e nelle università – assisteremo probabilmente ad un risparmio pubblico in bolletta, per la gioia degli italiani persi nel mare magnum delle tariffe dell’energia elettrica.

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