Rimodulazioni unilaterali delle offerte di telefonia mobile: come difendersi?


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Il mondo della telefonia mobile sta vivendo un periodo davvero particolare con le tariffe che subiscono variazioni in positivo ed in negativo: cosa fare in caso di rimodulazione dell'offerta verso l’alto che mirano ad aumentare il costo del piano tariffario? La pratica delle rimodulazione delle offerte, che spesso vengono proposte con la dicitura per sempre per attirare il cliente, ha caratterizzato, in modo sempre più marcato, gli ultimi mesi del mercato della telefonia mobile creando non pochi problemi ai consumatori che, in alcuni casi, si sono ritrovati a dover pagare di più il loro piano ottenendo, ad esempio, in cambio un bundle di minuti, sms e traffico dati internet maggiore ma sovradimensionato rispetto alle reali necessità.
Cosa possiamo fare in caso di rimodulazione dell'offerta che abbiamo?
L'AGCOM non ha ancora istituito, nel 2017, una normativa chiara contro le rimodulazioni, che quindi possono essere fatte ancora in modo legale. Infatti (con un sistema che sa molto di quello delle "promesse" nei giochi dei bambini...) gli operatori si sono impegnati a non fare più offerte ingannevoli del genere. Questo, però, di fatto significa che le rimodulazioni sono ancora possibili e, anzi, gli operatori telefonici le mettono in pratica lo stesso, magari senza più pubblicizzare "Per sempre" nelle offerte. Quando abbiamo un'offerta, fissa o mobile, e questa viene cambiata dall'operatore con una Modifica Unilaterale, le cui condizioni troviamo sulla bolletta (se la abbiamo) o riceviamo via SMS (se abbiamo una connessione mobile) possiamo essenzialmente fare tre cose:
- Accettare la nuova tariffa;
- Cambiare operatore telefonico, senza pagare i costi di disattivazione;
- Richiedere il ripristino della vecchia tariffa che avevamo.
1. Accettare la nuova tariffa
Poche battute per questa possibilità, che è la più semplice: non dobbiamo fare assolutamente nulla, perché quando riceviamo la comunicazione della modifica unilaterale, se non facciamo niente, dalla data indicata inizieremo a pagare una cifra diversa (di solito più alta) da quella che avevamo.
2. Il recesso dal contratto
Il recesso dal contratto è l'opzione (o opportunità se abbiamo un vincolo con penale) per passare ad altro operatore chiudendo il contratto con quello che abbiamo attualmente. E' semplice, ma bisogna seguire scrupolosamente le istruzioni per recedere. Da notare che questa possibilità, per legge, è sempre concessa al consumatore, ma dobbiamo attivarci subito. Nella lettera (o nella pagina a cui rimanda l'SMS) ricevuta, dove si parla delle modifiche unilaterali, è sempre scritta anche una procedura per il recesso. Di solito c'è un limite massimo di giorni per recedere gratuitamente dal contratto (generalmente 30 giorni), ed una procedura (andare su una pagina web, inviare una raccomandata o una pec) da seguire. E' essenziale fare tutto quello che c'è scritto, entro i tempi indicati, altrimenti il recesso non sarà valido e saremmo costretti a pagare eventuali penali se passiamo ad un altro operatore.
3. Richiedere il ripristino della vecchia tariffa
Questa, che sarebbe la soluzione migliore, è anche la più complessa. Si, perché la richiesta non può essere fatta da soli, semplicemente chiamando l'operatore telefonico (ci risponderanno che "quella tariffa non è più disponibile"; deve farlo un avvocato, e se l'operatore non si adegua rischia di doverci risarcire. Piuttosto che rivolgersi ad un avvocato da soli, però, la cosa più conveniente è quella di provare con un'associazione di consumatori che si occupa anche di cause contro le compagnie telefoniche; in Italia ce ne sono diverse, ed hanno avvocati che si occupano solo di quello che ci aiuteranno a redigere una lettera specifica per richiedere la vecchia tariffa che avevamo, che rendono molto più semplice l'iter di quanto non sarebbe normalmente: un buon modo, quindi, per provarci. Ma provarci non significa riuscire: infatti l'operatore potrebbe rispondere che il ripristino della vecchia tariffa non è possibile. In questo caso le cose diventerebbero ancora più lunghe, perché la sentenza andrebbe impugnata e portata davanti ad un giudice che ne stabilirà la legittimità.
Come scegliere la miglior tariffa?
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